martedì, ottobre 22, 2013

Tra le vie dei tesori: l'Archivio di Stato alla Catena...e quello che non si può vedere!

Tra le sedi fruibili nell’ambito de “Le vie dei tesori”, è visitabile l’Archivio di Stato, allocato su due sedi: quella attigua alla chiesa di S. Maria della Catena, in corso Vittorio Emanuele e quella della Gancia, di via Alloro, della chiesa di S. Maria degli Angeli. Oserei aggiungere che la prima – quella di cui sto per scrivervi, sigh!- è la sede sfigata, mentre la seconda gode di maggiore considerazione.


Perché sfigata? Beh, se la filano in pochi in verità e per una precisa ragione: parte delle sue collezioni, costituite da carte topografiche, pergamene, manoscritti, stampe, atti notarili, distribuiti su circa 50 km di scaffali e che documentano circa 1000 anni della storia siciliana non sono fruibili perché in parte custoditi e d esposti alla Gancia, in parte così deperibili, soprattutto le pergamene, che per vederli bisogna andare su un’area del sito dell’Archivio di Stato, e osservarli nella versione digitalizzata!
La visita è abbastanza - nonostante la pochezza delle aree visitabili e degli oggetti da vedere – articolata e oserei dividerla in due momenti:
1)      Vi accoglie una giovane e dolce accompagnatrice davanti ai pannelli esplicativi della storia del sito in questione che pare (e sottolineo pare) abbia imparato bene la storiella: la sede dell’Archivio era anticamente la sede del convento dei padri teatini, attiguo alla navata laterale della chiesa, alla quale si accedeva da un corridoio al primo piano dell’archivio; il convento, trasformato in ospedale militare, dalla metà dell’800 è adibito alle funzioni che ancora oggi assolve ed, in più, è la sede della scuola biennale di Archivistica e Paleografia.
La signorina aggiunge che l’Archivio custodisce il documento cartaceo più antico d’Europa, risalente al 1109  e una nutrita collezione di sigilli…dei quali è possibile visionare delle fotografie sgranate;


2)  Dopo essersi spostati ai piani superiori, si osservano tante vetrine e speciali armadi per la conservazione di carte e documenti alquanto deperibili e qui…surprise! La dolce e preparata signorina – e non perché ha imparato la parte – mostra ai visitatori due antichi documenti, illustrandone le parti, descrivendo le tecniche del restauro e stupendo il visitatore che rimane incollato ai testi mentre si danna e pensa “Manco una foto posso scattare”.

Aggiungo, infine, che, non solo contestualmente alla rassegna, è visitabile e lo sarà fino al 24 novembre 2013 la mostra documentaria “Archivi, cantieri, protagonisti a Palermo”, includente documenti di vario tipo sui palazzi dei Marassi e dei Pietratagliata, ma anche porcellane di preziosa fattura.

Au revoir!

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